Cappelletti romagnoli: scuole di pensiero a confronto

18 - 07 - 2023

I cappelletti o “Caplét” sono un primo piatto tipico della Romagna, che viene preparato durante le festività o la domenica. Qual è la ricetta originale e quali sono le diverse scuole di pensiero?

Come sono nati i cappelletti

La forma dei cappelletti richiama l’immaginario rurale, poiché assomiglia al cappello utilizzato dai contadini per proteggere la testa dai raggi solari troppo intensi.
Questo gustoso primo piatto romagnolo è nato nel ‘500 nelle corti signorili, così come ogni tipo di pasta ripiena. Tuttavia, le prime tracce della preparazione dei cappelletti risalgono a un testo del XIII d.C.
I primi a citare la ricetta dei cappelletti, sia per quanto riguarda la forma sia il “compenso”, ossia il ripieno, sono stati i cuochi della corte estense Cristoforo di Messisbugo e Bartolomeo Scappi.

Come accade per molte ricette italiane, i cappelletti presto si diffusero al di fuori delle mura delle cucine di corte, raggiungendo dapprima la regione romagnola e poi l’intero centro Italia, diventando una delle pietanze più amate e conosciute nel paese.
A inizio Novecento, il Conte Giovanni Manzoni raccolse ben sette ricette diverse di cappelletti, lo stesso numero che qualche anno più tardi Pellegrino Artusi menzionò nel suo celebre libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.

 

Come sono nati i cappelletti - Romagna Damare

La prima testimonianza ufficiale dei Cappelletti Romagnoli è databile al 1811, quando il Regno d’Italia promosse un’indagine sulle tradizioni, le usanze, i dialetti e le superstizioni delle comunità rurali.
Grazie alle informazioni fornite dai sacerdoti, dagli insegnanti e dai podestà locali, il prefetto di Forlì provvide a stendere un rapporto in cui citava proprio i Cappelletti come piatto natalizio:

A Natale presso ogni famiglia si fa una minestra di pasta col ripieno di ricotta che chiamasi di cappelletti.

 

Versioni della ricetta dei cappelletti romagnoli

L’Azdora, ovvero la “reggitrice” della famiglia, è centrale nella preparazione dei cappelletti, che coinvolge tutta la famiglia. Nel passato, così come ancora oggi, l’Azdora era responsabile della preparazione della sfoglia e della chiusura dei cappelletti.

La ricetta tradizionale prevede la preparazione della pasta utilizzando uova, acqua e farina. Dopo aver ottenuto un impasto omogeneo per la sfoglia, questo viene tirato e steso con l’ausilio di un matterello e successivamente suddiviso in quadratini di 4-6 cm di lato utilizzando una rotella dentata.
Una volta posizionato il ripieno al centro di ogni quadratino, si procede con la chiusura dei cappelletti. Il quadratino viene ripiegato su sé stesso a mezzaluna, facendo combaciare le due punte, le quali, premendo insieme, danno forma al caratteristico cappelletto.

 

Versioni della ricetta dei cappelletti romagnoli - Romagna Damare

In Romagna, sul ripieno ci sono diverse scuole di pensiero, ma le ricette più note sono due e riguardano il ripieno: alcuni lo preparano solo con il formaggio, altri con l’aggiunta di carne. Secondo la tradizione ravennate il ripieno è solo ed esclusivamente composto da formaggi; secondo quella riminese il ripieno è composto da un mix di tre carni: vitello, maiale e cappone.

I cappelletti romagnoli rappresentano un simbolo di convivialità, festa e unione familiare. Se hai l’opportunità di trovarti in Romagna, ti consigliamo vivamente di concederti il piacere di gustare questo piatto straordinario, rigorosamente con il brodo.

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